Cuculo

Tra i tanti canti udibili in primavera, uno risulta particolarmente familiare a tutti: “Il cucù del cuculo è un incanto nell’aria vibrante e gialla di sole e percorsa dai voli dei piccoli insetti di primavera. Il cucù suono sospeso nell’aria. Molto lo si sente e poco lo si vede. Ben raramente l’ho visto, dalla cima d’un albero cantare e, se lo vedete, allora vedete il corpo un poco rapace che segue, coi movimenti, il verso ritmato. Ma il bello sta soprattutto nel canto e nell’aria. Sta nella sensazione che dice primavera”, lo descrive così l’etologo Danilo Mainardi - Presidente Onorario della LIPU - nel suo libro “Lo zoo aperto”.

Messaggero della primavera fin dall’antichità, tanto che si credeva che in inverno si trasformasse in un falco oppure andasse in letargo nascosto dentro una cavità, il Cuculo (Cuculus canorus) è stato fonte di ispirazione per diversi poeti “Ma dolce, il mio orecchio ha colto un suono, proveniva da quel bosco laggiù. Lo spirito dell’oscura verde radura bisbigliò il proprio felice nome. (…) Cucù-cucù, canta di nuovo le sue note sono sgraziate. Ma anche le più semplici creature sanno far risonare le profonde corde del cuore” (William Motherwell 1797-1835, poeta scozzese). L’appellativo di “canorus” per il suo nome è forse stato meritato per aver saputo toccare il cuore: Beethoven inserì il suo canto nella sua “Pastorale” e Camille Saint-Saens nel suo “Carnevale degli animali”.

Si tratta di un passeriforme di 34 centimetri di lunghezza (dalla testa alla coda) appartenente alla famiglia dei Cuculidi che può raggiungere massimo 120 grammi di peso. Il maschio possiede le parti superiori, la testa, il collo e la parte alta del petto di colore grigio cenere mentre le parti inferiori sono bianche/crema con sottili ed evidenti barrature bruno-nere. La femmina adulta può avere una colorazione simile a quella del maschio (forma grigia) oppure tendere verso una colorazione che la differenzia nettamente (forma rossa): parti superiori rosso cannella con barrature nere, lati della testa e del collo più chiari, parti inferiori dal crema al bianco (andando verso il ventre) e con sottili barrature bruno-nere.

Frequenta diversi tipi di ambienti, la maggioranza vive nei boschi e ai loro margini purché siano presenti posatoi dominanti. Generalmente evita ambienti rurali a monocolture intensive o aree troppo urbanizzate. La sua alimentazione è insettivora ma è soprattutto ghiotto di bruchi pelosi.

Per la riproduzione non viene costruito nessun nido, le femmine depositano le loro uova nei nidi degli altri uccelli. È una strategia chiamata “parassitismo di covata”. Ciascuna femmina è in grado di “parassitare” una sola specie nel corso della sua vita (4-5 anni), imitandone più o meno perfettamente le caratteristiche esterne dell’uovo e trasmettendo geneticamente questa specializzazione “artistica” alla propria figlia. Una volta deposto l’uovo nel nido ospite, la figlia apprenderà le caratteristiche dei suoi genitori adottivi e, quando sarà in grado di riprodursi, deporrà l’uovo nel nido della stessa specie che l’ha allevata. La  strategia “non mettere tutte le tue uova in un paniere” è un modo per ridurre gli effetti della predazione sui pulcini poiché le uova vengono deposte in nidi diversi ed è quindi più difficile che tutti gli eredi muoiano. Il successo riproduttivo però non è assicurato. Non tutti gli uccelli cadono nel trucco dell’uovo in più nel nido, molti di loro lo spingono fuori o costruiscono un altro nido. Spesso il “falso d’autore” non è ben riuscito o viene deposto nel nido sbagliato. Inoltre, i piccoli di Cuculo sono molto precoci in tutto: durante i loro primi voli il loro insistente richiamo da “caratteristica vincente”, come invito-supplica ai genitori adottivi di nutrirli, si trasforma in “perdente” poiché non passando inascoltato invita anche i suoi predatori al banchetto; l’abbandono precoce del nido è un ulteriore pericolo, sia perché maggiormente esposti ai predatori che per lo stesso nutrimento, infatti soprattutto in caso di maltempo persistente, la carenza di insetti può determinare la morte per alimentazione inadeguata.

Senza responsabilità della prole, i cuculi adulti possono tornare in Africa a tarda estate (primi di luglio) quando la loro prole non è ancora pronta a partire. I giovani, però, saranno in grado di migrare da soli, senza nessuna guida al loro fianco, e quindi riusciranno a raggiungere comunque i luoghi di svernamento senza perdere la rotta.

Il Cuculo insieme alla Cicogna bianca, alla Rondine e al Rondone fanno parte del progetto europeo “Spring Alive” che si basa sul birdwatching. Grazie ai bambini, alle scuole e alle famiglie di tutta Europa  tracciamo  l'arrivo della primavera nel nostro continente ogni anno e confrontiamo negli anni le date degli arrivi delle specie migratrici e i cambiamenti climatici. Partecipare è molto facile e davvero divertente, quello che devi fare è registrare qui il tuo avvistamento di queste quattro specie ogni anno su www.springalive.net 

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Il cantante vagabondo